Il lavoro nelle Pubbliche AmministrazioniISSN 2499-2089
G. Giappichelli Editore

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E-government ed open data per un nuovo modello trasparente d'amministrazione italiana (di Fabio Ratto Trabucco, Professore a contratto in Istituzioni di diritto pubblico nell'Università di Padova )


L’affermarsi di un nuovo modello di società, la c.d. società dell’informazione, caratterizzata da una continua e rapida evoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, rappresenta un importante punto di svolta per quel cambiamento organizzativo e gestionale della P.A. che costituisce un reiterato e sistematico obiettivo dei programmi degli esecutivi italiani quantomeno dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso. Il fine è migliorare i servizi per il cittadino, a rendere trasparente l’azione amministrativa, nonché consentire quel processo di crescita economica che, in un contesto caratterizzato dalla globalizzazione e dalla competitività dei mercati transnazionali, non può difettare. Il lavoro analizza gli steps per la realizzazione e lo sviluppo del c.d. governo elettronico attraverso: la progettazione di servizi online, sia accedendo ad applicazioni esistenti che a nuove applicazioni che integrino i dati di diverse amministrazioni; l’analisi della capacità delle organizzazioni pubbliche ad imbarcarsi in un piano di trasformazione basato sulle tecnologie informatiche; la definizione dei criteri di interoperabilità tra le amministrazioni; la creazione delle strutture di governo e di indirizzo strategico; le modalità di comunicazione e coinvolgimento degli utenti (cittadini, imprese, terzo settore, ecc.). Dunque, open government ed open data come fattori ineludibili del futuro della P.A., il tutto nel tanto ineludibile quanto imprevedibile sviluppo dell’intelligenza artificiale.

E-government and open data for a new transparent model of Italian administration

The emergence of a new model of society, the so-called information society, characterized by a continuous and rapid evolution of information and communication technologies, represents an important turning point for the organizational and management change of the public administration which constitutes a repeated and systematic objective of the programs of the Italian governments at least since the end of the ‘90 of the last Century. The aim is to improve services for citizens, to make administrative action transparent, as well as to allow that process of economic growth which, in a context characterized by globalization and the competitiveness of transnational markets, cannot be lacking. The work analyzes the steps for the creation and development of the so-called electronic government through: the design of online services, both by accessing existing applications and new applications that integrate data from different administrations; the analysis of the capacity of public organizations to embark on a transformation plan based on information technologies; the definition of interoperability criteria between administrations; the creation of governance and strategic direction structures; the methods of communication and involvement of users (citizens, businesses, third sector, etc.). Therefore, open government and open data as unavoidable factors in the future of the public administration, all in the inevitable and unpredictable development of artificial intelligence.

SOMMARIO:

1. L’evoluzione dell’open government - 2. Dall’open government all’open data protesi verso il futuro dell’intel­ligenza artificiale - 2.1. Segue: il ruolo giocato dalla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi e dal Difensore civico - NOTE


1. L’evoluzione dell’open government

In questi ultimi decenni s’è assistito alla nascita di un nuovo modello di società, id est la cd. Società dell’Informazione, caratterizzata da una continua, rapida e, di fatto, inarrestabile, evoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Esse costituiscono un importante strumento d’innovazione, capace d’incidere sulle attività e sui comportamenti degli individui e delle imprese, nonché sugli eventi economici, politici e sociali della società stessa. Eppure, allorquando negli anni Sessanta del secolo scorso iniziò a diffondersi l’informatica vi fu nei suoi confronti un’istintiva reazione negativa, una diffidenza generalmente motivata dall’intento di proteggere la persona dalle intromissioni delle macchine [1]. Non a caso, fin dai primi anni Settanta, i giuristi italiani mettevano in guardia dai pericoli dell’informatica per la dignità dei singoli e segnalavano l’esigenza di vigilare continuamente e costantemente sulla genuinità dei dati e sulla fedeltà delle macchine [2]. Né le cose andavano meglio all’estero. Basti ricordare l’esperienza francese: sotto l’impulso del Plan Calcul del 1966, l’amministrazione d’oltralpe progettò un archivio centralizzato nazionale, una grande banca dati che fu chiamata SAFARI (Système Automatisé pour les Fichiers Administratifs et le Répertoire des Individus). L’idea era quella d’attribuire a ciascun cittadino francese un numero individuale d’identificazione, cui poi collegare i dati provenienti dai singoli archivi dell’amministrazione. Ma la denominazione non poteva essere più infelice poiché SAFARI evocava la caccia e la schedatura, tanto che Le Monde pubblicò un articolo significativamente intitolato SAFARI ou la chasse aux français, decretando il fallimento dell’iniziativa. La minaccia di un Grande Fratello (la cd. sindrome di Orwell) fu però almeno parzialmente superata anche in Europa [3], ove, sulla scia dell’esperienza statunitense – in cui si sviluppò un’attenta legislazione federale a tutela della riservatezza culminata nell’adozione del Privacy Act del 1974 –, fu adottata, dapprima, la Convenzione di Strasburgo del 1981 per la protezione delle persone in relazione [continua ..]


2. Dall’open government all’open data protesi verso il futuro dell’intel­ligenza artificiale

Il c.d. open government è indicato come un nuovo modello d’amministrazione, fondato su una migliore apertura e disponibilità del Governo nei confronti dei cittadini. Si tratta a ben vedere di un approccio all’amministrazione pubblica che promuove la trasparenza, la responsabilità, la partecipazione dei cittadini e la collaborazione tra il governo e la società civile. L’open government mira a creare un ambiente in cui il governo è più accessibile e responsabile nei confronti dei cittadini. Tutto questo è reso possibile grazie ad un processo d’innovazione tecnico-organizzativa del settore pubblico, che è supportato dalle nuove tecnologie dell’in­for­mazione e della comunicazione ed è funzionale agli obiettivi del c.d. Open Gov [8]. In questo specifico quadro, la digitalizzazione del settore pubblico ha generato un’in­novata concezione della funzione amministrativa. Questo in particolare nella visione della collaborazione tra Pubbliche Amministrazioni, oltre che nella prospettiva del rapporto amministrazione-amministrati. Per corollario affiora l’arti­colata problematica dei c.d. big data: che dal settore privato si trasferisce, prepotentemente, anche al settore pubblico ove assume, in verità, ancor maggiore rilevanza: perché (ed in quanto) relazionata alla tematica degli open data [9] e cioè la pratica di rendere disponibili dati amministrativi in modo aperto e accessibile a tutti, senza restrizioni significative sull’uso o la redistribuzione. L’obiettivo principale del­l’open data è infatti promuovere la trasparenza, consentire la partecipazione dei cittadini e favorire l’innovazione attraverso l’uso dei dati. D’altro canto, la nuova “economia dei dati” vede nel patrimonio informativo pubblico una fonte preziosa d’approvvigionamento, in grado di alimentare potenti sistemi computazionali che animano l’intelligenza artificiale al fine d’estrarre nuove informazioni, nuova conoscenza e nuova ricchezza. In tale quadro, alla Pubblica amministrazione è stato attribuito un ruolo di grande attore per la generazione, acquisizione e disseminazione dei dati, varando una disciplina articolata in materia di riutilizzo del dato pubblico, formato aperto, interoperabilità, cloud e norme di utilizzazione. Per altro verso, dobbiamo [continua ..]


2.1. Segue: il ruolo giocato dalla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi e dal Difensore civico

Nella materia in esame occorre considerare un dato da ultimo estremamente rilevante e cioè che le restrizioni imposte dall’emergenza epidemiologica da Sars-CoV-2 hanno incrementato il desiderio di essere cittadini attivi. In tutto questo le tecniche digitali giocano un ruolo dirimente. Ricorrendo a dati organizzati, aperti e liberamente accessibili è possibile attuare una governance trasparente, partecipata e collaborativa migliorando la qualità dei servizi pubblici, la conoscibilità dell’azione amministrativa e la sua semplificazione. In questo modo sarebbe possibile rafforzare il controllo dei cittadini e degli stakeholders, favorendo, il passaggio dall’e-government all’e-democracy. Affinché questo si realizzi, è necessario, tuttavia, che gli open data siano protetti quali autentici beni comuni [16]. L’era digitale ha portato con sé una crescente richiesta di trasparenza, partecipazione ed accountability nell’amministrazione pubblica. Proprio in risposta a questa esigenza, numerosi Governi in tutto il mondo stanno adottando radicali politiche di open data ed open government, che mirano a rendere disponibili al pubblico dati e informazioni amministrative in modo accessibile e fruibile. Sussistono infatti peculiarità del rinnovato istituto di trasparenza amministrativa in un sistema organico di prevenzione (e di contrasto) della corruzione. In medias res, le non marginali innovazioni rinvenibili prima nel d.lgs. n. 33 del 2013 e poi nel d.lgs. n. 97 del 2016, nonché i più recenti arresti giurisprudenziali – incidenti sia nel delineare i limiti dell’accesso generalizzato nei procedimenti d’appalto delle Pubbliche Amministrazioni, quanto nel valutare l’opportunità di riqualificare l’i­stan­za da accesso documentale ad accesso civico (generalizzato e non) –, incorniciano un ventaglio di mutazioni che intendono promuovere e realizzare un ammodernamento della Pubblica Amministrazione con l’ausilio di strategie improntate ad una fruibile diffusione dei dati. Nel complesso, si rileva un approccio teso ad stimolare politiche di open government – che convivano con l’indispensabile rispetto dei principi generali sul trattamento dei dati personali – attente, in ogni modo, a non incorrere in un’ingiustificata sproporzione tra il beneficio del titolare del diritto ed il [continua ..]


NOTE