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Il sistema di reclutamento tramite concorso pubblico
Stefania Pedrabissi, Ricercatrice di diritto amministrativo dell’Università degli Studi di Parma
Sul modo di selezionare i pubblici dipendenti ha pesato l’ipoteca di sottrarre il sistema amministrativo dai condizionamenti dalla politica; il concorso pubblico continua ad essere la regola generale che tuttavia deve essere letta nella prospettiva ermeneutica di un contesto di profonda trasformazione rispetto a quello originario. Lo scritto offre una riflessione critica sul sistema di reclutamento tramite concorso, anche alla luce dei più recenti tentativi di semplificare la governance delle assunzioni nella pubblica amministrazione, al fine di comprendere come detto strumento possa innovarsi per meglio fronteggiare la sfida dell’approvvigionamento di nuova forza lavoro, tenendo conto dei lasciti del sistema di reclutamento emergenziale.
Parole chiave: concorso pubblico - reclutamento - accesso al pubblico impiego - bando - buona amministrazione- competenze.
The mortgage of removing the administrative system from the influences of politics weighed on the way of selecting public employees; the public competition continues to be the general rule which however must be read in the hermeneutic perspective of a context of profound transformation with respect to the original one. The paper offers a critical reflection on the recruitment system through competition, also in the light of the most recent attempts to simplify the governance of recruitment in the public administration, in order to understand how this tool can be innovated to better face the challenge of supplying new forces work, taking into account the legacies of the emergency recruitment system.
Keywords: public competition - recruitment - access to public employment - tender - good administration - skills.
Sommario:
Note introduttive - 1. La ‘buona amministrazione’ - 2. Lo scenario attuale e il fabbisogno futuro - 3. La (controversa) regola generale dell’accesso per concorso pubblico - 4. La disciplina delle procedure di reclutamento - 5. Come reclutare in futuro? Il ruolo del bando - 6. Riflessioni conclusive - NOTE
Note introduttive
Sia concesso aprire il seguente contributo con due brevi premesse utili a meglio definire il perimetro entro il quale lo stesso si colloca. La prima. Le riflessioni affidate a queste pagine riprendono e ampliano il testo del mio intervento al Convegno organizzato dalla Cattedra di Diritto del Lavoro dell’Università di Parma [1]; giornata di studi che ha rappresentato una preziosa occasione per riflettere ad alta voce, e da differenti prospettive, sul ‘futuro che verrà’, proprio a ridosso del verificarsi di due momenti di profonda catarsi per le pubbliche amministrazioni: l’attuazione delle politiche programmatorie declinate dai singoli Governi uniti dall’impegno del PNRR [2], da un lato, e la ‘ripartenza ordinaria’ delle procedure di reclutamento in conseguenza al generale turn over [3], dall’altro. Tali due momenti paiono in grado di condurre a compimento il percorso da tempo intrapreso dal legislatore, [continua ..]
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1. La ‘buona amministrazione’
In questo scenario ancora in divenire, il punto fermo dal quale muovono le odierne osservazioni è la complessità che caratterizza la macchina pubblica. Se si intende il sintagma ‘pubbliche amministrazioni’, poc’anzi evocato, nei termini di organizzazioni complesse, di organizzazioni di servizi, pare da subito possibile affermare come all’interno di dette organizzazioni articolate le politiche di gestione del personale costituiscano l’architrave del processo di ammodernamento dell’azione pubblica che si lega a doppio filo al canone di ‘buona amministrazione’, di amministrazione capace ed efficiente; quell’endiadi concettuale esplicitata dall’art. 97 della Costituzione, che esige oggi una lettura del precetto costituzionale in grado di superare la mera esegesi letterale della disposizione stessa [11] e impiegare, quale criterio ermeneutico, un’interpretazione estesa di quelle ‘nuove [continua ..]
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2. Lo scenario attuale e il fabbisogno futuro
Secondo le linee programmatiche presentate dal Ministero per la pubblica amministrazione nell’audizione del 9 marzo 2021 dinnanzi alle Commissioni riunite I e XI Camera, 1a e 11a Senato, nei prossimi anni le pubbliche amministrazioni italiane dovranno reclutare circa mezzo milione di nuovi dipendenti [23]. Le ragioni di un fabbisogno di personale di simili dimensioni paiono essere eterogenee seppur convergenti: da un lato originano dalle discipline pensionistiche, dall’altro dal prolungato blocco delle assunzioni cui si è assistito a partire dai primi anni duemila che ha condotto ad una significativa riduzione numerica dei dipendenti di ruolo [24]; fattori che se sommati conducono alla previsione di un turn over pari circa a un sesto di tutto il personale attualmente alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni. Un’occasione importante, che per trasformarsi in una vera e propria innovazione e non una mera sostituzione non può che muovere [continua ..]
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3. La (controversa) regola generale dell’accesso per concorso pubblico
Per avviare un proficuo dibattito ed interrogarsi sul futuro che verrà pare utile muovere dalle ‘certezze’: come poc’anzi ricordato, la regola del pubblico concorso governa l’accesso al pubblico impiego allineandosi ai principi di buon andamento e imparzialità nell’organizzazione degli uffici pubblici predicati dalla nostra Costituzione all’art. 97, nella parte in cui espressamente sancisce: «agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge» letta in combinato disposto con la previsione di cui all’art. 51, c. 1, della Carta, nella misura in cui stabilisce che tutti i cittadini, donne e uomini, possono accedere agli uffici pubblici in condizioni di parità. La scelta di fare del concorso il preferenziale e ordinario canale di accesso per l’esercizio al pubblico impiego è sostanzialmente riconducibile a tre differenti ragioni. La prima, [continua ..]
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4. La disciplina delle procedure di reclutamento
I procedimenti di selezione e di avviamento al lavoro nelle pubbliche amministrazioni propedeutici alla costituzione del rapporto sono regolati esclusivamente dalla legge o con altri atti normativi o amministrativi (art. 2, c. 1, lett. c), n. 4, legge 23 ottobre 1992, n. 421); segnatamente la disciplina delle procedure di reclutamento è riservata alle disposizioni contenute nel d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165 (in particolare gli articoli 35 e 35-bis) e nelle fonti regolamentari tra cui il d.P.R. 9 maggio 1994, n. 487 (come modificato dal d.P.R. 30 ottobre 1996, n. 693). I principi giuridici enunciati dall’art. 35, c. 3, Tupi, sono regole che permeano ogni “procedura selettiva” di accesso agli impieghi pubblici, allo scopo di accertare la professionalità richiesta per l’assunzione ad ogni singolo profilo e qualifica professionale nonché al fine di garantire che – oltre alla progressione di carriera del personale già assunto in [continua ..]
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5. Come reclutare in futuro? Il ruolo del bando
Nell’ambito delle nozioni di inquadramento generale, l’avvio della procedura di reclutamento ordinaria e la successiva indizione del concorso sono subordinati ad una serie di adempimenti propedeutici sintetizzabili nei seguenti passaggi: - l’adozione da parte dell’amministrazione del piano triennale dei fabbisogni del personale; - per le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici l’ottenimento dell’autorizzazione all’avvio delle procedure concorsuali e alle relative assunzioni; - per tutte le amministrazioni il rispetto dei vincoli di bilancio e degli eventuali limiti assunzionali fissati dal contenimento della spesa pubblica; - la preventiva verifica dell’impossibilità di ricollocare il personale in [continua ..]
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6. Riflessioni conclusive
La ripresa di forme ordinarie di reclutamento rappresenta indubbiamente una valida occasione per riorganizzare il sistema del reclutamento alla luce delle competenze e non solo delle conoscenze. Le considerazioni proposte in queste pagine muovono dall’assunto che, per le ragioni poc’anzi evidenziate, il principio dell’accesso per concorso non sia derogabile; tuttavia non è ravvisabile un modello perfetto di concorso pubblico. Tutti i modelli predicati come ammissibili sono accomunati dall’esigenza di selezionare in maniera celere, imparziale, trasparente e realmente aderente ai fabbisogni di personale propri di ciascuna amministrazione; permane per tutte le tipologie concorsuali l’esigenza di rendere maggiormente performanti i canali di selezione mediante un approccio meno formalistico in grado di per superare l’attuale sistema carrer based. Il «decreto Reclutamento», prima, il «decreto PNRR 2», poi, muovono passi [continua ..]
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NOTE