Il lavoro nelle Pubbliche AmministrazioniISSN 2499-2089
G. Giappichelli Editore

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Lavoro nella P.A. e giurisprudenza della Corte di Cassazione (luglio-settembre 2021) (di a cura di Davide Casale e Maria Giovanna Murrone)


Collaboratori coordinati e continuativi Corte di Cassazione, 9 luglio 2021, n. 19586, Pres. Negri, Rel. Pagetta, P.M. Celeste. Per i collaboratori coordinati e continuativi delle pubbliche amministrazioni, l’obbligo contributivo di iscrizione alla gestione separata, ai sensi dell’art. 2, 26° comma, l. n. 335 del 1995, va verificato alla luce dell’art. 50, 1° comma, lett. c bis, d.p.r. n. 917 del 1986, cui fa riferimento il citato 26° comma, che prevede, ai fini fiscali, l’assimilazione ai redditi da lavoro dipendente di quelli derivanti dallo svolgimento di rapporti di collaborazione con determinate caratteristiche, ossia la prestazione di attività in assenza di vincolo di subordinazione a favore di un determinato soggetto, nell’ambito di un rapporto unitario e continuativo, senza impiego di mezzi organizzati e con retribuzione periodica prestabilita (nella specie, relativa ad alcuni collaboratori addetti a vari servizi comunali, la suprema corte ha confermato la sentenza di appello che aveva ritenuto sussistente l’obbligo di versamento dei contributi a carico del Comune, stante l’apprezzabile durata del rapporto, l’assenza di organizzazione autonoma in capo al collaboratore, l’uso di materiali del committente e la percezione, a cadenza periodica, di un compenso in misura predeterminata). Contratto di lavoro a termine Corte di Cassazione, 20 settembre 2021, n. 25406, Pres. Manna, Rel. Torrice, P.M. Visonà. In materia di pubblico impiego privatizzato, nell’ipotesi di abusiva reiterazione di contratti a termine, la misura risarcitoria prevista dal D.Lgs. n. 165 del 2001, art. 36, comma 5, va interpretata in conformità al canone di effettività della tutela affermato dalla Corte di Giustizia UE (ordinanza 12 dicembre 2013, in C-50/13), sicché, mentre va escluso – siccome incongruo – il ricorso ai criteri previsti per il licenziamento illegittimo, può farsi riferimento alla fattispecie omogenea di cui alla L. n. 183 del 2010, art. 32, comma 5, quale danno presunto, con valenza sanzionatoria e qualificabile come "danno comunitario", determinato tra un minimo ed un massimo, salva la prova del maggior pregiudizio sofferto, senza che ne derivi una posizione di favore del lavoratore privato rispetto al dipendente pubblico, atteso che, per il primo, l’indennità forfetizzata limita il danno risarcibile, per il secondo, invece, agevola l’onere probatorio del danno subito. Giurisdizione Corte di Cassazione, sez. un., ordinanza, 12 agosto 2021, n. 22476, Pres. Tirelli, Rel. Esposito, P.M. Sanlorenzo (conf.). In tema di riparto di giurisdizione nelle controversie relative a procedure concorsuali nell’ambito del pubblico impiego c.d. privatizzato, quando la pretesa al riconoscimento del diritto allo scorrimento della graduatoria sia consequenziale alla negazione degli effetti del provvedimento che disponga [continua..]